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Poggio
Moiano fa parte di quella culla di storia e di cultura quale è
la Sabina: situato in provincia di Rieti. L'antichissimo Loco Moiano
è divenuto comune sin dal 1083.
Il paese è collocato su una collina alle falde del Monte
Miano (990 m s.l.m.), ad un'altitudine di m 502 s.l.m. ed è
apprezzato per l'eccezionale mitezza del clima.Il Centro Storico,
già ricco di scorci e vicoli che mantengono il pittoresco
ambiente originario, è stato vivacizzato dalla presenza dei
Murales realizzati da maestri diversi che hanno rappresentato aspetti
tipici del paese.
Poggio Moiano
è un paese dell'Alta Sabina, sito sulla strada statale Licinese,
che collega la Salaria alla Tiburtina Valeria. Sul suo territorio
si possono trovare monumenti di origine romanica e medievale. |
Il
paese ha due frazioni, localizzate nei pressi della salaria: Cerdomare,
più nascosto, e l'importante centro viario e commerciale di
Osteria Nuova, che la prima domenica di ogni mese
ospita una delle fiere pił grandi della Regione Lazio. |
Secondo alcuni
ricercatori, il paese nasce sulle rovine dell'antica Suna all'incirca
tra l'anno 1037, testimoniato da alcuni documenti farensi come "fundus
Mongianus", al 1083, anno in cui il conte Teudino donò
alcune terre all'Abbazia di
Farfa; il conte proveniva dal "podio ubi dicitur Moianum".
Secondo altri già nel 773 c'è uno sviluppo abitativo
nella zona chiamata "Medianula", "Modiano",
"Mianula", "Loco Moiano" oppure
"Gualdo Modiano".
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Questo
nuovo paese dovrebbe svilupparsi tra il 900 ed il 1000 proprio dopo
la devastazione di Trebula Mutuesca avvenuta da parte dei Saraceni.
Tradizioni locali attribuiscono la nascita del paese a dei boscaioli
che portavano carbone a Roma e che si stanziarono in zona con le
loro baracche, ma ciò non ha riscontri storici.
Tutti i documenti che riportano il nome di Poggio Moiano li troviamo
però solo dopo il 1083, come abbiamo già detto. Già
possesso di Farfa, viene riconfermato in due atti nel 1084 da Enrico
IV e nel 1118 da Enrico V. Occupato da diversi signorotti, prima
dai Mareri, che pagarono un'ammenda al Papa Giovanni XXII il quale
gli condonò la pena, poi dai Savelli, che riuscirono, con
Battista, a trattenerlo per diverso tempo. Nel 1462 il pontefice
Pio II inviò Federico da Montefeltro a confiscare tutti i
possedimenti dei Savelli, poichè avevano appoggiato gli angioini
nella contesa del regno di Napoli (la Chiesa appoggiava gli aragonesi).
I beni confiscati furono messi in vendita nel 1463 dalla Camera
Apostolica e acquistati dal mons. Giorgio Cesarini in società
con Marcello Rustici ed i fratelli Della Valle. Nel 1465 veniva
riscattato dai Savelli a cui riveniva confiscato dal pontefice Alessandro
VI, il quale lo donò a Giulio Orsini.
Dopo la morte
del Papa i Savelli riconquistarono il feudo e cercarono di riparare
le rovine delle guerre. Nel 1509, Giacomo e Trolio Savelli si divisero
i feudi e Poggio Moiano con Casperia, Cantalupo, Montasola e Castel
chiodato andarono a Trolio Savelli. La signoria dei Savelli su Poggio
Moiano durò fino al 1633, quando oberati dai debiti, lo cedevano,
insieme a Poggio Nativo, al principe Marcantonio Borghese per la
somma complessiva di 105.000 scudi. Il principe, nipote del Papa
Paolo V, mise i suoi vassalli a governare il feudo, la famiglia
dei Ciccalotti, originaria di Torri in Sabina. Nel 1717 i Borghese
l'affittarono alla famiglia Sassi che la tanne fino a quando fu
venduto ai Torlonia. Dopo pochi anni finirono i feudi. Nel 1800
il comune di Poggio Moiano faceva parte della provincia dell'Umbria
nel circondariato di Rieti, poi divenuta provincia di Perugia. Nei
primi del 1900 passò alla provincia di Roma Il castello feudale
fu distrutto durante la II guerra mondiale (6 giugno 1944), era
usato come base militare tedesca. La sua frazione Osteria
Nuova era un centro importante già dalla costruzione,
da parte dei romani, della via Salaria. Infatti la sua collocazione
strategica consisteva nel fatto che era ad un giorno di marcia dalla
capitale, quindi qui vi esisteva un punto di riposo e di cambio,
da cui deriva anche il nome: "Mansio ad Novas". L'importanza
di questa località è testimoniata anche dai numerosi
reperti rinvenuti nella zona: Le 98 statue, oggi conservate in un
museo di Copenaghen, provenienti da una villa romana; I "Torracci",
identificati come monumenti sepolcrali del II sec. d.C.; La "Grotta
dei Massacci", un sepolcro megalitico racchiuso sotto un casale
agricolo dal XVIII secolo.
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Si
ringrazia il Parroco e il Comune di Poggio Moiano per la gentile concessione
dei testi.
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Da
visitare
Itinerario di Poggio Moiano
Grotta Pila
Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili
Tra i luoghi da visitare vi è a circa 1 Km dal centro abitato una
piccola Chiesa rurale: San Martino. Essa sembra risalire
al X secolo. Molto interessante è la facciata, realizzata in pietra
locale che vede incastonati bassorilievi e fregi di epoca romana e presenta
un bel rosone in pietra. L'interno è a navata unica con abside
semicircolare: c'è un dipinto raffigurante Sant'Antonio Abate e
uno raffigurante San Martino, entrambi fatti realizzare per un voto nel
1556.
Nella
Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista (adiacente
al palazzo Comunale) sono stati rinvenuti tre inserti murali di buona
fattura e di notevole interesse artistico. Il più antico risalente
al '400, raffigura la Madonna in trono in discreto stato di conservazione.
Di fronte a questo un Ultima Cena, purtroppo danneggiata, mentre il terzo
del tardo '500, rappresenta una Madonna con Bambino e scene del Rosario.
L'abside della Chiesa è sovrastata da una statua lignea della Madonna
Assunta, Opera di Scuola Romana del XVI secolo.
Grotta dei Massacci (II sec. a.C.)
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Eventi
Festa del Sacro Cuore, con l'infiorata (giugno)
Il paese si identifica in una manifestazione ricca di colore e tradizione:
l'Infiorata che si svolge l'ultimo sabato di giugno. In questo giorno
le principali strade del paese, ricoperte di fiori nei loro colori naturali,
senza alcuna aggiunta chimica, si presentano in una veste smagliante.
La realizzazione di oltre 70 quadri floreali nella quale, sin dalla raccolta
dei fiori è coinvolta la popolazione, trasforma il paese in una
indimenticabile isola multicolore. La festività trae origine dall'usanza,
antica e spontanea, di gettare i fiori al passaggio della solenne processione
del Corpus Domini, diventando nel tempo una manifestazione artistica di
grande rilevanza. Non più fiori gettati alla rinfusa sulla strada,
ma un colorato tappeto fatto di immagini ispirate a temi religiosi, sociali,
morali o tratte dalla storia dell'arte. Il 1998 ha visto l'infiorata uscire
dai confini del paese: gli infioratori sono stati invitati a Rocca di
Papa in occasione della loro festa floreale, a varie manifestazioni svoltesi
nella città di Rieti e il 26 ottobre sarà ospitata a Catania,
in occasione della festa di Sant'Agata.
L'ultimo
sabato di giugno si svolge anche la Sagra della Bruschetta,
occasione ideata per promuovere al meglio il pregiato e raffinato olio
extra-vergine di oliva, esaltato dal rustico sapore del pane abbrustolito.
Esiste
anche una manifestazione che vede protagonista la cultura locale nelle
sue diverse forme. E' il premio Carmen Sabinum, un appuntamento
biennale con la poesia dialettale sabina. Nato nel 1981, per valorizzare
e riscoprire il dialetto che sta sempre più scomparendo dai nostri
paesi, il "Carmen Sabinum" è un concorso per poeti, scenografi
e ricercatori scientifici, riconosciuto e finanziato dalla regione Lazio.
L'unica prerogativa per parteciparvi è amare il dialetto sabino.
Molte sono le ricorrenze religiose: tra le più rilevanti la Processione
del Venerdì Santo durante la quale il Cristo Morto viene
accompagnato dal canto delle donne della confraternita dell'Addolorata
e dalla Banda Musicale, lungo un percorso che si snoda tra le strade del
paese, illuminate da una suggestiva fiaccolata.
Autunno
Musicale: Per iniziativa della Banda Musicale "Mons. Antonio
Santini" di Poggio Moiano, ogni anno in autunno, nella chiesa dei
giardini, si possono ascoltare le più belle opere classiche eseguite
da artisti noti, da artisti locali e dalla Banda. L'iniziativa offre l'opportunità
a molti giovani, amanti della musica classica, di mettere in luce le loro
ottime qualità artistiche.
Fiera
di S. Martino: E' usanza da molti anni, che nel giorno di S.
Martino, chiamato il giorno di "primavera dell'inverno", per
la temperatura e la giornata mite che quasi tutti gli anni lo accompagna,
si svolga una fiera lungo la via principale di Poggio Moiano.
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